22 Dicembre 2025
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Nel ciclo di vita di un prodotto, la fase di declino non coincide sempre con l’uscita dal mercato. In molti casi – specialmente in GDO – il prodotto resta presente, continua a essere acquistato, ma entra in un fade decrescente: perde rotazione lentamente, scivola nelle priorità dell’insegna e diventa più vulnerabile allo switching del consumatore.

In questa fase, la concorrenza cambia forma. Non competi solo con “lo stesso prodotto di un altro brand”, ma soprattutto con:

  • nuovi prodotti (innovazioni, restyling, nuovi claim) che catturano attenzione e spazio;
  • marchi privati / private label che alzano l’asticella del rapporto qualità-prezzo e polarizzano la scelta;
  • brand competitor che aumentano pressione promozionale e investimenti di visibilità.

Questa dinamica è la ragione per cui il declino soft è insidioso: non c’è un singolo evento che “uccide” il prodotto, ma una somma di micro-spostamenti nelle abitudini di acquisto. Per governarlo, il framework che stai utilizzando indica alcune meccaniche particolarmente adatte alla fase di declino: concorso a premi, taglio prezzo, cashback, soddisfatti o rimborsati e buono sconto.

Il punto non è “spingere volume a qualunque costo”, ma rallentare la discesa e proteggere redditività e quota residua, scegliendo leve che rispondano in modo preciso alla causa del calo.

 

Cosa succede davvero nel declino soft: i 3 motori della discesa (novità, PL, competitor)

1) Le novità ti rubano attenzione, prima ancora che quota

In corsia, la novità vince perché ha un vantaggio “visivo” e psicologico: è nuova, quindi merita uno sguardo. Anche se il tuo prodotto rimane valido, diventa “già visto”, e questo riduce il pickup: meno persone lo notano, meno persone lo considerano spontaneamente. Non serve che il consumatore ti giudichi peggiore: basta che ti giudichi meno interessante.

2) La private label ti sposta il terreno sotto ai piedi

La PL non compete solo sul prezzo. Compete su una proposition sempre più credibile: packaging curato, qualità percepita in crescita, posizionamenti “premium” di insegna. Se rispondi solo abbassando prezzo, rischi di insegnare al consumatore che il tuo valore è negoziabile e lo trasformi in un’alternativa “tra le altre” anziché in una scelta motivata.

3) I competitor di marca aumentano pressione e ti costringono a inseguire

Quando i competitor aumentano la pressione promozionale (volantino, display, prezzo, couponing) la categoria “si muove” attorno a te e tu rischi di diventare la scelta meno conveniente “in quel momento”, anche solo temporaneamente. Se questa cosa accade abbastanza spesso, il comportamento diventa abitudine e la curva scende.

Ecco perché, nel declino soft, le meccaniche promozionali devono rispondere a una domanda semplice: qual è il tipo di concorrenza che sta erodendo più velocemente la mia rotazione?

 

Le meccaniche che funzionano nel declino (e perché sono coerenti con questa fase)

Nel declino soft, le leve indicate dal framework si prestano a tre funzioni strategiche:

  1. riaccendere attenzione (contro la novità),
  2. difendere valore (contro PL),
  3. riattivare frequenza (contro competitor e switching).

Concorso a premi: quando devi tornare “interessante” senza giocare solo sul prezzo

Il concorso a premi è particolarmente efficace contro la concorrenza delle novità perché introduce una motivazione esterna al prodotto: “acquista e partecipa”, “acquista e vinci”. È una leva riconosciuta come utile anche nella fase di declino.

Nel declino soft il concorso rende quando è:

  • semplice (poche azioni, mobile-first, nessuna frizione inutile),
  • cadenzato (meglio 2–3 wave brevi che un’unica iniziativa lunga e “stanca”),
  • coerente (premi centrati sul target reale e sulla spesa GDO, instant win ad alta probabilità e premio finali ad alto valore percepito).
  • Posizionante : il premio è anche utili a rafforzare il posizionamento del brand.

L’effetto migliore del concorso, in questa fase, non è solo il picco: è il fatto che ti permette di tornare visibile in corsia e in comunicazione con l’insegna senza dover necessariamente abbassare il prezzo di listino.

 

Cashback: la risposta più “pulita” contro la private label (convenienza senza svalutazione a scaffale)

Il cashback è indicato dal framework tra le meccaniche efficaci in declino e, nello scenario PL-driven, spesso è la più intelligente: ti consente di offrire convenienza senza trasformare il prezzo esposto a scaffale in una “bandierina” di svalutazione.

In un fade decrescente, il cashback diventa davvero potente quando non è una restituzione “una tantum”, ma una leva di comportamento:

  • cashback sul secondo acquisto entro X giorni (anti-churn);
  • cashback a scaglioni (premia chi torna più volte);
  • cashback su referenze target (mix/margine, difesa di varianti che stanno scivolando).

Così competi con la PL sul piano “value”, ma resti una scelta di marca: qualità/affidabilità + incentivo intelligente, non prezzo ribassato permanente.

 

Buono sconto: lo strumento più tattico contro la pressione promo dei competitor

Il buono sconto è presente nel set di meccaniche del declino e, nel declino soft, funziona soprattutto come leva di riattivazione. La sua forza è che può essere progettato per essere “chirurgico”: breve, condizionato, mirato al riacquisto, capace di ridurre lo switching quando il competitor spinge aggressivo.

I formati più efficaci in questa fase tendono a essere:

  • bounce-back: vale sul prossimo acquisto (non sul primo);
  • condizionato: su 2 pezzi, su una variante, su un multipack;
  • a breve durata: per evitare dipendenza e accumulo “coupon wallet”.

Quando il declino è guidato da competitor che aumentano l’intensità promozionale, il couponing ben disegnato ti fa “restare nel gioco” senza aprire la voragine dello sconto indiscriminato.

 

Taglio prezzo: utile, ma solo come finestra difensiva (in declino soft è un rischio se diventa abitudine)

Il taglio prezzo è una leva prevista dal framework anche per il declino, ma nel declino soft va gestita con grande disciplina. È efficace per difendere quota quando serve un impatto immediato, ma se diventa frequente produce due effetti collaterali tipici:

  • aumenta la promo dependency (vendi solo quando sconti),
  • rende la PL ancora più attrattiva (“se devo aspettare lo sconto per comprare la marca, allora tanto vale PL”).

Perché funzioni in declino soft, il taglio prezzo deve essere:

  • a finestre (brevi e riconoscibili),
  • collegato a momenti di pressione (picchi promo di categoria, volantino competitor),
  • combinato con una leva che costruisce frequenza (cashback su 2° acquisto o coupon bounce-back), così non ti limita a spostare vendite nel tempo.

 

Soddisfatti o rimborsati: rimuovere lo scetticismo quando la discesa è “di convinzione”, non di prezzo

Il soddisfatti o rimborsati è indicato dal framework come meccanica utile in declino e può avere senso nel declino soft quando il calo è guidato da una perdita di convinzione: il consumatore prova alternative (novità o PL) e si crea un dubbio: “ma vale ancora la pena comprare questo?”

Qui l’obiettivo non è fare volume: è ridurre il rischio percepito e rimettere in moto la scelta. Funziona solo se l’esperienza è semplice e trasparente; altrimenti, diventa un boomerang reputazionale.

 

Diagnosi del declino soft: causa, segnali e meccaniche più adatte

Causa dominante del fadeSegnali tipiciMeccaniche più adatte (dal framework)Logica di intervento
Nuovi prodotti (novità)calo pickup a scaffale, minor “attenzione”Concorso a premi (a wave)“rinfreschi” la scelta con una ragione d’acquisto non-prezzo
Private labelerosione lenta ma costante, sensibilità al valoreCashback (anche su 2° acquisto)competi sulla convenienza senza svalutare il prezzo a scaffale
Competitor di marca più aggressiviperdi quota nei periodi promo, switchingBuono sconto + finestre di taglio prezzodifendi frequenza e quota con leve mirate e temporizzate
Perdita di convinzione (value proposition)aritmia nei riacquisti, feedback tiepidiSoddisfatti o rimborsati + concorso lightrimuovi rischio, riaccendi attenzione
Mix di fattoricalo generalizzato “a goccia”Cashback + concorso + coupon bounce-backcombini difesa valore, attenzione e riattivazione

 

Meccaniche del declino soft: cosa proteggono e contro chi funzionano meglio

MeccanicaContro le novitàContro PLContro competitorEffetto principale in declino softNota pratica
Concorso a premiAltoAltoAltoriattiva attenzione e sceltameglio a wave
CashbackMedioAltoMediodifende valore e riacquistoottimo su 2° acquisto o a scaglioni
Buono scontoMedioMedioMedioriattiva frequenza in modo tatticobounce-back e breve durata funzionano meglio
Taglio prezzoMedioAltoAltodifesa quota immediatausarlo a finestre per evitare dipendenza
Soddisfatti o rimborsatiMedioMedioMediorecupera fiducia e riduce rischioutile quando il calo è “di convinzione”

 

Costi e rischi: come “pesa” ogni leva nel declino soft

MeccanicaSetupVariabileDriver principaliRischio economico più comune
Concorso a premiMedioMediopremi + gestione vincite/assistenzacomplessità non proporzionata al risultato
CashbackMedioMedio% cashback + controlli + customer carepicchi richieste e antifrode
Buono scontoBasso–MedioMediovalore incentivo × redemptionincentivo non incrementale se troppo diffuso
Taglio prezzoBassoAlto (margine)profondità sconto × volumipromo dependency + erosione prezzo riferimento
Soddisfatti o rimborsatiMedioMedio–Altorimborsi + verifichecost-to-serve alto se UX macchinosa

 

Come impostare un piano “declino soft” che rallenti davvero il fade (senza diventare schiavi dello sconto)

In un fade decrescente, la strategia che funziona più spesso non è una promo lunga e indistinta, ma una regia in cui ogni leva ha un ruolo preciso.

1) Una base “anti-churn”
Qui il protagonista è il cashback (meglio se su 2° acquisto) o un buono bounce-back: l’obiettivo è ridurre la distanza tra gli acquisti e riattivare chi sta rallentando. Nel declino soft, anche un piccolo miglioramento della frequenza può cambiare la pendenza della curva.

2) Finestre difensive contro la pressione di categoria
Quando i competitor alzano il volume promozionale o la PL è spinta dall’insegna, serve una risposta tattica: taglio prezzo breve, ben calendarizzato, con obiettivo difensivo e non come pattern permanente.

3) Wave di attenzione contro la “novità”
È qui che il concorso a premi dà il meglio: non tanto per “fare numeri”, quanto per renderti di nuovo visibile e scelto in un contesto in cui la novità assorbe attenzione. Anche qui: breve, semplice, ripetibile.

4) Una leva di fiducia quando il problema è percettivo
Se il prodotto “perde convinzione” (non solo convenienza), il soddisfatti o rimborsati può essere il modo più pulito per rimettere in moto l’acquisto, purché la procedura sia lineare.

Tutte queste leve sono coerenti con il set di meccaniche del declino indicato nel documento: concorso a premi, taglio prezzo, cashback, soddisfatti o rimborsati e buono sconto.

 

KPI da monitorare nel declino soft (per capire se stai rallentando la discesa)

KPIPerché conta nel declino softMeccaniche più correlate
Frequenza / tempo tra acquistiè la metrica che “piega” la curvacashback, buono sconto
Promo dependencymisura se stai diventando schiavo dello scontotaglio prezzo, coupon
Incrementalità (anche per finestre)distingue vendite aggiuntive da vendite spostatetutte
Redemption qualitycapisci se incentivi chi stava rallentandocashback, buono sconto
Pickup/attenzione (proxy)segnala se recuperi visibilità e interesseconcorso a premi

 

Nel declino soft, non stai gestendo un “fine vita”, ma una competizione diversa: nuovi prodotti che catturano attenzione, private label che comprimono il value-for-money e competitor che alzano la pressione promo. In questo contesto, il set di leve più coerente resta quello previsto dal framework della fase di declino: concorso a premi, taglio prezzo, cashback, buono sconto e soddisfatti o rimborsati.

La differenza tra un declino che accelera e uno che si stabilizza non dipende tanto da “quanto concedi”, ma da come progetti la regia: usare il concorso per tornare visibile contro la novità, usare cashback e coupon per riattivare la frequenza e difendere valore contro la PL, e riservare il taglio prezzo a finestre difensive, senza trasformarlo in abitudine. In altre parole: nel fade decrescente, non vince chi sconta di più. Vince chi riesce a rendere di nuovo il prodotto scelto.

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